La fotografia wabi-sabi l’ho scoperta per caso sul web. L’ho voluta subito sperimentare e sono uscito a cercare nuovi motivi fotografici.

Cos’è il wabi-sabi?
Il wabi-sabi è la bellezza delle cose imperfette, temporanee e incompiute.
È la bellezza delle cose umili e modeste.
È la bellezza delle cose insolite.
Così inizia Wabi-sabi per Artisti, Designer, Poeti e Filosofi di Leonard Koren. Vero e proprio vademecum per il wabi-sabi. In poche righe ne spiega l’essenza.
Diverso dal nostro ideale di bellezza, il wabi-sabi è un concetto estetico che cerca il bello nell’imperfetto, sobrio e semplice. Viene dal Giappone.

Il punto di vista wabi-sabi
Il wabi-sabi consiste in un riconoscimento estetico della transitorietà della vita.
Leonard Koren
Oltre a un’estetica, il wabi-sabi è anche una visione del mondo. Una filosofia di vita zen che spinge a godersi il qui e ora.
Ecco altri concetti che ho evidenziato nel libro di Koren:
- la verità deriva dall’osservazione della natura,
- da ciò che è brutto si può ottenere il bello.
Come la statua del Buddha scoperta in una discarica. Muschio e screpolature raccontano anni di vento, pioggia, sole. Rivelano il tempo che passa: molto wabi-sabi.

La fotografia wabi-sabi
Il wabi-sabi rappresenta l’esatto opposto dell’ideale occidentale di bellezza intesa come qualcosa di monumentale, di spettacolare e di durevole.
Leonard Koren
E allora, cosa fotografare?
Nel suo libretto, Koren consiglia di prestare attenzione a cose:
- che evocano un processo naturale
- modeste
- vaghe
Soggetti fotografici del genere abbondano in natura. C’è solo bisogno di consapevolezza e attenzione nel vederli. Come questa ninfea ancora sott’acqua.

In conclusione
Riducete all’essenziale, ma senza eliminare la poesia.
Leonard Koren
Finora il wabi-sabi mi sembra un modo per rappresentare la realtà più vero e profondo. Un’estetica che preferisce le cose concrete, modeste e quotidiane.
Come la casetta per passeri. Scoperta per caso anche questa.

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