Brancaleone Vetus è un paese abbandonato nel 1953. Si trova in cima a un colle, a guardia della costa ionica, in Calabria.
Di origini antiche, il vecchio borgo fu trascurato per mezzo secolo.
Finalmente, nel 2008 nasce il Parco Archeologico Urbano di Brancaleone Vetus. Ora gestito dalla Pro-Loco di Brancaleone.


Nel borgo antico
La strada serpeggia fino ai 311 metri del borgo antico. Cattura subito lo sguardo la chiesa color sabbia. Rinnovata nel 2008, ora ospita il Centro documentazioni di Brancaleone Vetus.

Questa sera, sotto le rocce rosse lunari, pensavo come sarebbe di una grande poesia mostrare il dio incarnato in questo luogo…
Cesare Pavese, confinato a Brancaleone nel 1935/36

Il nucleo del borgo
In cima al vecchio borgo c’è uno spiazzo. Qui c’era l’antica chiesa, crollata a inizio novecento. Da qui la vista spazia dalle colline dell’Aspromonte fino a un vasto tratto di costa ionica.

Dell’antica chiesa matrice è rimasto solo il pavimento con dei sepolcri vuoti. E questa lapide del 1741:

Piazza Vittorio Emanuele
Era la piazza principale di Brancaleone. Dove ci si incontrava, parlava, festeggiava. Ora il silenzio è rotto solo dal vento che porta i suoni della Brancaleone sul mare.
La vecchia piazza è piena di buche. Sono le aperture per silos scavati nella roccia. Qui si conservavano le granaglie del paese.

Mi accuccio dentro un silo per scattare questa foto.

La grotta dell’albero della vita
Nascosta sotto la piazza c’è la grotta-chiesa dell’albero della vita. Una delle tante grotte scavate nella rupe di Brancaleone.
Al centro, una colonna scolpita nella roccia rappresenta un tronco d’albero. I rami accennati nel soffitto. È l’albero della vita, simbolo religioso portato dagli armeni in epoca bizantina.
Graffiate sulla parete, una croce e un pavone stilizzato: altri simboli armeni.

Tutto torna alla terra
Il sentiero scende fra i ruderi. Erba alta invade la pista, odore di origano.
Incespico fra le pietre di un muro appena crollato. Tutto qui sembra voler tornare alla terra.

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